Primo semestre 2022

Andamento dei tassi dei Mutui

Nel primo semestre del 2022, i principali parametri dei mutui a tasso fisso e a tasso variabile, rispettivamente gli Eurirs e Euribor, hanno registrato in media un sensibile aumento. In particolare, le varie durate degli Eurirs hanno subito un rialzo tra l’1,50% (scadenza a 30 anni) e l’1,87% (scadenza a 10 anni). Anche gli indici Euribor hanno registrato un aumento, seppur più lieve, con la scadenza mensile che nel primo semestre dell’anno è salita di soli 7 punti base, mentre la durata trimestrale e quella semestrale sono aumentate rispettivamente di +0,37% e +0,81%.

Andamento Euribor – Nuovo minimo storico a dicembre

L’Euribor è strettamente legato alle decisioni della Banca centrale europea. Il tasso di riferimento principale della BCE è attualmente fermo a quota 0,00% dal 10 marzo 2016. Di riflesso, l’Euribor è oggi ai
minimi livelli, a vantaggio di chi negli ultimi anni ha sottoscritto un mutuo a tasso indicizzato.
La scadenza mensile dell’Euribor ha chiuso il 2021 con un fixing dello 0,59%, in rialzo di 0,05 punti base rispetto alla rilevazione del 23 dicembre, quando aveva toccato un nuovo minimo storico (-0,64%).

La durata trimestrale ha chiuso l’anno appena trascorso con una rilevazione pari -0,57%, in lieve aumento rispetto al minimo storico raggiunto in data 15 dicembre (-0,61%). Nel corso dell’ultimo trimestre del 2021, invece, la scadenza semestrale ha subito poche oscillazioni, chiudendo l’anno a -0,54%.

Che cos’è l’Euribor? 

È il parametro di riferimento utilizzato dalle banche europee per calcolare la rata dei mutui a tasso variabile. Il tasso Euribor varia tutti i giorni ed è possibile consultarlo quotidianamente sul sito Euribor.it. Le scadenze più diffuse dagli istituti bancari italiani sono quelle a 1 mese, 3 mesi e 6 mesi. Per determinare il tasso applicato dalla banca che concede un mutuo indicizzato, all’Euribor viene sommato uno spread, che rappresenta il guadagno dell’istituto di credito. 

Andamento Eurirs – In salita di 20 punti base nel mese di Dicembre

Nelle ultime settimane del 2021, gli indici IRS, sui quali si basa la rilevazione del tasso dei mutui a rata costante, hanno registrato un rialzo che ha portato quasi tutte le scadenze intorno a quota 0,50%. Nel corso del 2021, la crescita del parametro stata di circa mezzo punto percentuale. Nello specifico, ad inizio 2021, tutte le durate IRS erano negative. La scadenza decennale era a -0,28, quella ventennale a -0,02 e quella trentennale a -0,03. Nell’ultima sessione del 2021 sono rispettivamente salite a quota 0,32%, 0,55% e 0,47%. Le cause dell’aumento dei tassi IRS sono da attribuirsi a fattori come le stime sull’inflazione. E proprio in seguito agli ultimi dati diffusi da Eurostat, che certificano un’inflazione al 4,9% nell’Eurozona, i tassi di riferimento dei mutui a tasso fisso sono aumentati.

 

Che cos’è l’Eurirs? 

Acronimo di Euro Interest Rate Swap, è il parametro di riferimento interbancario che viene utilizzato dagli istituti di credito per calcolare la rata dei mutui a tasso fisso. Il valore dei tassi Eurirs varia tutti i giorni e le varie scadenze (da 1 anno a 50 anni) sono collegate alla durata del mutuo come stabilito nel contratto di finanziamento con la banca. 

Andamento del mercato immobiliare in Italia

 

Nonostante il rialzo degli indici IRS, il numero delle compravendite di immobili e di mutui nel 2021   cresciuto, a testimonianza del buon momento del mercato immobiliare e creditizio. Secondo i dati Istat, nel primo trimestre del 2021 le transazioni di abitazioni hanno registrano un incremento del 6,1% rispetto al trimestre precedente e del 36,7% rispetto allo stesso periodo del 2020. Da allora, le varie scadenze dei tassi Euribor sono sempre state inferiori alla soglia dello zero.

Nuove richieste di mutui ipotecari

Nel terzo trimestre del 2021, i nuovi contratti di mutui ipotecari hanno raggiunto quota 122 mila, registrando un incremento del 2,8% rispetto al trimestre precedente. Oltre all’effetto dei tassi ai minimi storici, la spinta all’acquisto di immobili arriva soprattutto dai giovani che non hanno ancora compiuto i 36 anni di età, che grazie al Bonus Casa under 36 possono acquistare la loro prima casa senza dover pagare le imposte di registro (o IVA nel caso di acquisto da impresa costruttrice), oltre alle imposte ipotecarie e catastali sulla compravendita e all’imposta sostitutiva sul mutuo.

Secondo Mauro Baldassin, Amministratore Delegato di Credipass, “la fascia di età 30-35   quella che sta dimostrando maggiore interesse a comprare la prima casa, creando un circolo virtuoso tra compravendite immobiliari e nuove richieste di mutuo. Grazie al taglio dei costi di acquisto – continua Baldassin – il trend di crescita continuerà anche nel 2022, o almeno fino a quando resterà in vigore questa agevolazione, favorendo l’accesso al mercato immobiliare a chi finora ne era rimasto escluso”.